36 Grand Guignol - Dylan Dog 31
Salve sono Nael256, ieri non sono riuscito a portare un fumetto, ero abbastanza impegnato e sono stato quasi tutto il giorno fuori per poi giocare di ruolo online la sera, sono combattutto, la cosa migliore sarebbe quella di prepararsi in anticipo i post e pubblicarli poi nel tempo, ma poi verrebbe a mancare questa parte qua, visto che non sono un professionista mi permetto di ignorare la professionalità.
Alla mancanza non mancherò già mai l’iniziamo.
“che temperamento hanno tutti, eh? sulla scena come nella vita! proprio una bella compagnia!”
Grand Guignol riprende un omonimo teatro parigino i cui spettacoli macabri e cruenti hanno fatto diventare il suo nome un sinonimo ed un imprenditore teatrale ha deciso di riproporre questo tipo di spettacolo coinvolgendo l’indagatore dell'incubo a fine pubblicitario, se non fosse che ad una certa qualcuno sembra morire per davvero.
Questa storia mi ricorda un altra già trattata sempre della serie Dylan Dog, ovvero L'Invasione degli Ultraschermi (https://asteriscofumettogiornaliero.blogspot.com/2025/09/31-linvasione-degli-ultraschermi-dr.html) la trama è molto meta teatrale dove non si capisce cosa sia vero o cosa sia falso, in oltre ha dei tratti molto autoriali, proponendo il topos ricorente poi della serie del autore che rimane intrappolato, coinvolto o fautore di quel che succede nella storia.
“forse è vero che sto invecchiando: comincio a scordare le battute… d’altronde, l’”amleto” non è mai stato il mio forte, il “giulio cesare”, quello sì! che trionfo all’old vic…”
Personalmente ho sentito questo volume come sperimentale, non solo questo tipo di trame tendono ad essere parecchio confusionarie, ma facendo un veloce calcolo era al secondo anno di pubblicazione la serie che non so come possa venir considerato a livello editoriale allora come ad oggi, ma c’è la possibilità che tutto si bloccasse da un momento all'altro.
Disegnato dallo storico Luigi Piccatto a cui penso si debba l'iconicità della serie a livello stilistico è anche la seconda storia che porto scritta da Tiziano Sclavi, autore di cui mi piace molto come caratterizza i personaggi e gli incipit di trama, ma meno come costruisce una storia, tutto sommato carina e con il beneficio del dubbio come opera precursore di altre storie simili che hanno poi contraddistinto la testata.
“ci eravate cascati, eh?”
Ed ecco la mia ormai usuale aggiunta postuma, nel volume ci sono riferimenti ad racconti e spettacoli teatrali, tra cui il club dei suicidi, di cui avevo visto il film, perchè a sua volta avevo già letto questo volume e mi ero incuriosito dei vari riferimenti, questo, questo è il vero valore di un opera.
Commenti
Posta un commento